Comunicato Stampa 25 Agosto 2022

Presentato lo spettacolo inaugurale di Todi Festival 2022: Il corpo della donna come campo di battaglia di Matëi Vişniec

In prima nazionale, Sabato 27 Agosto, con Marianella Bargilli, Annalisa Canfora e la regia di Alessio Pizzech

Il corpo della donna come campo di battaglia di Matëi Vişniec, con la regia di Alessio Pizzech, aprirà la XXXVI edizione di Todi Festival nella serata di Sabato 27 Agosto al teatro Comunale di Todi. Lo spettacolo, prodotto da Canlur e Todi Festival, andrà in scena in prima nazionale con Marianella Bargilli e Annalisa Canfora.

Regista e coprotagonista hanno presentato lo spettacolo nel corso della conferenza stampa che si è tenuta questa mattina a Perugia. Con loro il Sindaco di Todi Antonino Ruggiano e il Direttore Artistico di Todi Festival Eugenio Guarducci.

La cultura - dichiara Eugenio Guarducci - non può rimanere distratta da certi accadimenti che non solo la storia, ma anche la cronaca, ci presenta con tutta la sua triste e dura realtà. Il Todi Festival con questo debutto vuole denunciare con forza ciò che anche nelle recenti settimane si è verificato in Ucraina, con una guerra tuttora in corso che sta scomparendo dai titoli di apertura dei telegiornali, rischiando di far perdere traccia anche di quei comportamenti inqualificabili e disumani nei confronti della popolazione civile e in particolare nei confronti delle donne”.

Due donne - una psicologa americana e una donna bosniaca vittima di uno stupro di guerra - e, sullo sfondo, la guerra in Bosnia. Matëi Vişniec, uno dei maggiori drammaturghi europei, ci racconta con intelligenza, poesia e acume gli effetti devastanti della guerra dove l’arma più feroce per distruggere gli individui e la collettività è spesso rappresentata proprio dalle violenze fisiche sulle donne.

Ho aderito con tutto me stesso - dichiara il regista, Alessio Pizzech - al progetto di Annalisa Canfora di mettere in scena questo testo cosi profondamente necessario e ringrazio Marianella Bargilli che mi ha invitato a curarne la regia. Mi sento investito come uomo e come artista di una responsabilità profonda che sempre vivo nell'allestire gli spettacoli: parlare agli uomini e alle donne del mio tempo e sentirmi mezzo per la costruzione di ponti. Nel caso di questa esperienza creativa tutto questo si rafforza ancora di più nella chiara prospettiva di toccare storie vere, fatte di carne e anima, storie di odio e di amore che si dipanano nel folle labirinto delle guerre. Prefigurare il futuro significa così affrontare la storia recente Europea, perchè in essa ci sono i semi dell'odio del tempo presente. Il femminile sarà forse unica salvezza per il futuro; l'emergere di una sensibilità che non riguarda solo le donne, ma che si prefigura come lente d'ingrandimento per rileggere i legami e la sacralità di essi, alla ricerca di un destino comune”.

Drammaturgo, poeta e giornalista rumeno naturalizzato francese, emigrato in Francia sotto il regime di Ceausescu per l’impossibilità di mettere in scena le sue opere, Matéi Visniec è oggi uno degli autori più rappresentati in Francia e in Romania e tra i più conosciuti in Europa e nel mondo. Le tematiche del suo teatro, strettamente legate alla sua biografia, affrontano e denunciano con toni spesso metaforici, surreali e grotteschi la condizione dell’uomo moderno.

Finalmente - dichiara Annalisa Canfora, coprotagonista - questo progetto tanto desiderato vede la luce, e per di più in un luogo amato e felice come il Todi Festival. Ho avuto l’occasione di recitare un altro testo di Matëi Vişniec dieci anni. Un anno fa ho letto ‘Il corpo della donna come campo di battaglia’ e mi ha folgorata. È un testo poetico, visionario, storico e immaginifico. Tornare poi a lavorare con Marianella Bargilli è stata un’occasione per riscoprire un’attrice e una compagna di lavoro straordinariamente sensibile. Alessio Pizzech, regista raffinato e sapiente, ha creato un terreno fertile che ha permesso a noi attrici di indagare a fondo la relazione tra questi due personaggi. Dorra, che interpreto, è un personaggio complesso, reale e onirico al tempo stesso. È una donna che vive il più feroce dei drammi, lo stupro, ma è anche un archetipo, un simbolo. Nella sua storia vive la storia di tutte le donne che subiscono violenza. Vive l’orrore della guerra, di tutte le guerre”.

Sono grata - aggiunge Marianella Bargilli - alla mia amica e collega Annalisa Canfora per aver pensato a me per questo meraviglioso progetto che tratta la storia di due donne, in un modo profondo, diverso, giusto. Per la mia prima volta recito al Festiva di Todi e sono felice anche di questo. Scoprire il testo di Vişniec è stato un viaggio bellissimo, lo è e lo sarà perchè obbliga a una riflessione profonda sul femminile, sia per noi che interpretiamo il testo e ci auguriamo anche per il pubblico. Questa è la mia seconda esperienza con Alessio Pizzech, regista che tratta questa materia con eleganza, rispetto e umanità”.

Un’occasione, quindi, per esplorare il rapporto tra “maschile” e “femminile”, troppo spesso fragile e sbilanciato, che la guerra evidenzia e mette in luce senza infingimenti, ma anche un tentativo di dare una risposta a quei conflitti che oggi urgono dentro di noi nelle domande: che cosa è l’Europa? Che cosa sta alla base della nostra costruzione europea? Quali sono i valori che ci legano e possono rappresentare il centro attorno a cui costruire un nuovo umanesimo?

IL GRECHETTO DI TODI ROCCAFIORE LIMITED EDITION

Durante la presentazione, protagonista anche il Grechetto di Todi Roccafiore Limited Edition, bottiglia ufficiale di Todi Festival 2022 presentata per il sesto anno consecutivo grazie alla partnership con Cantina Roccafiore. Come nei sei anni precedenti la bottiglia avrà un’etichetta d’autore: il manifesto ufficiale del Festival, quest’anno affidato all’arte di Fabrizio Plessi. Una bottiglia che, come sottolinea Luca Baccarelli, titolare di Cantina Roccafiore, rinforza il connubio con il Todi Festival all’insegna di prestigiose etichette realizzate da grandi artisti. “Roccafiore - ricorda Baccarelli - è da sempre vicina agli artisti contemporanei con partnership e progetti come Scrigni d’autore, consistente nel realizzare un’opera d’arte all’interno di una cassetta di legno solitamente contenente vino pregiato”.

LA CANTINA ROCCAFIORE

Todi, e in particolare le campagne che la circondano sono uno spicchio d’Umbria di una bellezza rara. È qui che alcuni anni fa Leonardo Baccarelli e suo figlio Luca hanno avuto l’intuizione: dare forma a un’idea e a una passione attraverso il primo vigneto. Oggi Roccafiore è la bandiera di Todi nel mondo. L’azienda è nata agli inizi degli anni 2000 e si estende su una superficie di oltre quindici ettari vitati nella frazione di Chioano, in località Collina. Sotto l’attenta supervisione delle firme enologiche dell’altoatesino Hartmann Donà e di Alessandro Biancolin, prendono vita etichette straordinarie. Vini che comunicano ciò che tutti i migliori vini dovrebbero saper trasmettere: quella sinergia quasi magica tra uomo e natura, tra terreno, microclima e varietale.